“L’apprendimento è un tesoro che seguirà il suo proprietario ovunque.” dice un antico proverbio cinese, sottolineando con illuminata chiarezza l’importanza dello studio nel percorso di vita personale, ma se questo tesoro consente di avere basi conoscitive che aumentano il patrimonio di conoscenze dell’individuo allo stesso tempo quanto serve in ambito lavorativo avere una preparazione post diploma mirata?
Partiamo dai dati.
In tal senso è molto interessante il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato dall’Associazione di Scuole AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che ha delineato alcune tendenze importanti riguardo a giovani diplomati ed occupazione.
Il Rapporto, che ha riguardato quasi 85 mila diplomati del 2017 e del 2015, nello specifico, ha coinvolto oltre 47 mila diplomati del 2017, contattati a un anno dal diploma, e 37 mila diplomati del 2015, contattati a tre anni.
A un anno dal diploma, il 66,8% dei diplomati prosegue la propria formazione ed è iscritto ad un corso di laurea (il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando); il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro. La restante quota, infine, si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego (8,3%) e chi invece, per motivi vari (tra cui formazione non universitaria, motivi personali o l’attesa di chiamata per un lavoro già trovato), non cerca un lavoro (5,1%).A tre anni dal diploma aumenta la quota di occupati: è dedito esclusivamente al lavoro il 24,6% dei diplomati, è impegnato contemporaneamente nello studio e nel lavoro il 20,4% dei diplomati, mentre si dedica esclusivamente agli studi il 46,6% degli intervistati. Limitata dunque la restante parte: il 5,3% è alla ricerca attiva di un impiego, mentre il 3,4% non cerca un lavoro.
Dati che riassumono ampliamente il trend positivo della scelta formativa accademica post diploma e la minor (nel breve periodo) propensione ad inserirsi direttamente nel mondo del lavoro, ma quello che emerge da questa approfondita analisi è anche un altro aspetto importantissimo che lega la formazione (accademica e non) allo stato occupazionale: l’importanza degli stage e dell’alternanza scuola lavoro.
Dall’indagine, infatti, emerge che le attività di Alternanza scuola-lavoro e stage, svolte durante gli studi o nel periodo successivo al conseguimento del diploma, esercitano un effetto positivo in termini occupazionali. Per quanto riguarda le attività di Alternanza scuola-lavoro e stage durante gli studi si evidenzia che chi ha svolto questo tipo di esperienza, rispetto a chi non lo ha fatto, ha il 40,6% in più di probabilità di lavorare; la probabilità è pari al 70,9% in più se si considerano le esperienze di stage svolte in azienda dopo il conseguimento del diploma.
Dati che orienterebbero, dunque, sicuramente la scelta verso studi che consentano di fare esperienze direttamente sul campo nel mondo del lavoro, anche perché la pratica e il contatto diretto sono fattori fondamentali per maturare competenze specifiche e soprattutto per connettersi in una rete di networking e farsi conoscere da subito nel mondo del lavoro, gettando così le basi per il proprio futuro.