È iniziato mercoledì 2 novembre la 37esima edizione del corso in Gestione d’Impresa SSATI.
Un corso che dal 1985 si propone di formare, ma prima ancora di preparare, giovani ragazzi e ragazze, al mondo del lavoro, cercando di dar loro strumenti tecnici e specialistici, ma soprattutto una giusta consapevolezza, affinché sviluppino attitudini e mindset necessari nella vita lavorativa quotidiana.
“E la Scuola cos’è se non il ponte che fa da collegamento tra il mondo della formazione e del lavoro. Due mondi che la SSATI mette in collegamento attraverso un processo di trasformazione fatto di formazione, conoscenza e consapevolezza, perché prima di portarvi nelle aziende, noi abbiamo il compito e la missione di prepararvi al meglio” – questo il messaggio di augurio con cui il Presidente SSATI Claudio Terrazzi ha aperto la giornata di inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 davanti ai 51 nuovi studentiSSATI.
Alla giornata di avvio alle lezioni era presente anche la vicesindaca del Comune di Firenze Alessia Bettini, che ci ha tenuto a visitare l’istituto di formazione fiorentino e a dare il suo personale augurio agli studenti che si accingono a dare inizio a questo percorso di vita e avvio alla loro carriera professionale.
Un istituto che, la Vicesindaca Bettini, ha definito “un’eccellenza” del territorio di alta formazione con cui l’amministrazione comunale fa sinergia dal 1985 al fine di concorrere alla stessa mission: quella di formare la classe dirigente del futuro con un alto livello di competenze tecniche, ma affiancate da altrettante competenze trasversali di umanità ed empatia.
Una definizione che ricalca benissimo lo slogan che la Scuola si è data: “Perché per il futuro ci occorrono eroi e noi li formiamo” e che trova le sue radici proprio nella primordiale natura dell’istituto.
La Scuola ha introdotto nel corso degli ultimi anni delle modifiche sostanziali ai suoi percorsi di studi con l’unico intento di essere allineata con le esigenze di competenze necessarie alle imprese.
Sono stati ristrutturati interamente le specializzazioni di Tecnologie Industriali e Marketing con un unico comune denominatore: il digitale, da cui non si può più prescindere.
La Direttrice Berti chiarisce come la capacità della Scuola di adeguarsi immediatamente alle richieste del mercato, sia uno dei punti di forza dell’istituto, che lo posiziona, da anni, come riferimento per la formazione di personale qualificato sulle necessità attuali delle imprese, riuscendo così ad assorbire la domanda di nuovi profili professionali.
“Così come imparare a leggere e scrivere, per le precedenti generazioni, ha significato non tanto diventare tutti poeti e scrittori, ma accedere ad altre competenze, così oggi questo dev’essere lo scopo delle competenze digitali: far acquisire uno strumento per comprendere ed adeguarsi ai nuovi scenari” – questo quanto affermato dalla Direttrice Berti, che ha spiegato l’approccio che la Scuola adotta nell’adeguarsi costantemente.
Stiamo vivendo in questi anni fenomeni di grandi cambiamenti, dovuti a crisi che si stanno verificando congiuntamente su più fronti: sanitari, umanitari, economici e politici. Questo porta inesorabilmente a doversi adattare ai nuovi scenari, adeguandosi e quindi modificando approcci e metodi.
Scenari questi che accadono ciclicamente, pertanto occorre, anzi è indispensabile, dotarsi di capitale umano non solo preparato tecnicamente, ma che sia soprattutto in grado di evolversi alla stessa velocità in cui si evolve il contesto, accogliendo input, variazioni e approcciandosi con la giusta forma mentis. Occorre quindi avere una “visione olistica” dei fenomeni, per cercare di intercettare “prima” quello che succede e poter subito applicare modelli di risoluzione.
L’assunzione di consapevolezza ad approcciarsi ai fenomeni con una mente aperta, pronta alla visione globale, questa è la vera “skill” da sviluppare per vivere e costruire le aziende del futuro, nonché il nostro sistema economico e sociale e di cui le aziende hanno bisogno.
Una necessità emersa anche dai recenti studi sui nuovi modelli di leadership che le aziende stanno adottando. Non più modelli verticistici, basati unicamente sul comando e sul singolo, ma modelli di cooperazione, con una visione orizzontale, che sappia includere, attraverso una “leadership gentile”, al fine di fare squadra e incentivare la collaborazione.
Anche e soprattutto su questo c’è bisogno di cambiare e quale miglior luogo se non iniziare il cambiamento dalle scuole.
“Scuola di Scienze Aziendali e Tecnologie Industriali “Piero Baldesi”: una scuola per il Lavoro e per la Vita”