scuola di scienze aziendali e tecnologie industriali "piero baldesi"

Le interviste ai soci SSATI: la parola a Emanuele Rossini di Ruffino

Interviste soci ssati

Il Vivere di Gusto secondo Ruffino. Identità, innovazione, sostenibilità e futuro.

  • Emanuele Rossini, HR Director presso Ruffino, azienda storica del settore vinicolo, socia sostenitrice della scuola ormai da molti anni. Ci parli della mission della sua azienda, e di come ha aderito a quella di SSATI?

L’orientamento strategico su cui si edificano le azioni aziendali (investimenti, nuovi prodotti, protocolli di marketing e comunicazione, canali di vendita) è derivato da una visione dei valori fondanti di Ruffino che possono essere riassunti in 4 parole chiave, l’una conseguente l’altra, come se fosse un viaggio: 1) identità, 2) sostenibilità, 3) innovazione e 4) futuro.

L’identità permette di capire chi siamo, cosa vogliamo: un’azienda vinicola che da sempre ha prodotto vini con l’idea di includere, creare relazioni, celebrare il piacere di stare insieme. Anima toscana, cuore italiano: “Vivere di Gusto”, il nostro slogan, racconta questo al consumatore: l’uomo al centro. Del resto anche l’uva, senza l’uomo, finirebbe in acescenza. Una umanità che con un calice in mano eriga ponti e non muri.

Una umanità rispettosa del pianeta in cui si trova. La nostra identità chiama infatti un approccio sostenibile al nostro business: in azienda la sostenibilità è un programma ambizioso che entro il 2025 ci porterà ad essere una azienda totalmente sostenibile: conduzione organica e che favorisca la biodiversità dei nostri vigneti, una produzione di cantina e stabilimento con pochi sprechi, un ciclo dei rifiuti quanto più possibile differenziato, totale sicurezza dei lavoratori, ma anche programmi per educare al consumo responsabile e di beneficenza, il tutto nell’alveo del progetto “Ruffino Cares”.

La terza parola è innovazione che ci permette di produrre nuovi prodotti, nel solco strategico, quasi filosofico potrei dire, di “Vivere di Gusto” e di “Ruffino Cares”.

Infine, la quarta parola, il futuro, sotto forma di un ponte che siamo certi, che se avremo rispettato queste prime 3 parole, ci porterà verso un domani luminoso.

  • Siamo in un momento storico molto particolare, nel quale i modelli di business sono spesso da rivedere e rinnovare. Come è possibile a suo avviso innovarsi nel mondo del vino?

Coerentemente con quanto ho spiegato sopra, l’innovazione è possibile tanto più sono chiare, definite e rispettate, nel sogno che ispira l’innovazione, le proprie radici. In questo modo sarà possibile che l’innovazione di oggi divenga nel vino la tradizione di domani. Nel 2011, faccio un esempio, avevamo un po’ di remore ad aprirci alla produzione di Prosecco, noi storica azienda conosciuta per il rosso italiano per antonomasia, il Chianti. E oggi siamo diventati fra le prime aziende al mondo per la vendita di Prosecco. Il consumatore crede e ha creduto in Ruffino, nel suo approccio inclusivo, pop, celebrativo del buon gusto italiano, sia attraverso un Chianti toscano, bevuto seduti in una tavola, che attraverso un Prosecco veneto, magari in piedi durante un aperitivo.

  • Il comparto ha dovuto, dunque, rinnovarsi puntando soprattutto su e-commerce, delivery e esperienze immersive a distanza. A suo avviso questi sono trend destinati a prevalere o rimarrà sempre importante anche l’enoturismo e le visite a fiere e cantine?

Tutto il mondo DTC (direct to consumer, come wine club, e-commerce, delivery, take away) è in costante crescita percentuale, ma si tratta di valori comunque piccoli, su cui però come Ruffino crediamo molto: durante la prima ondata della pandemia abbiamo creato una piattaforma e-commerce insita nel sito ruffino.it, e fra qualche settimana lanceremo una cosa ancora più particolare e attenta verso i più fedeli clienti, un wine club. Tuttavia, siamo ambasciatori di un’eccellenza come il vino, che in Italia, e aggiungo in Toscana in particolare, lo si produce in zone meravigliose. E cosa meglio che creare degli ambasciatori del marchio Ruffino facendoli vivere la nostra ospitalità, che noi abbiamo creato nella Tenuta Ruffino di Poggio Casciano? A Poggio Casciano, nelle colline sopra Firenze, è possibile vivere appieno la “brand experience” Ruffino e favorire un canale fondamentale come l’enoturismo (che per noi è anche turismo rurale, turismo culturale, turismo gastronomico, turismo del “bello e buono” mi viene da dire), attraverso una composita offerta di esperienze, tutte estremamente coerenti col Vivere di Gusto Ruffino: tour & tasting, il ristorante Le Tre Rane – Ruffino, l’enoteca Bottega del Vino, l’agriresort Poggio Casciano con le sue colazioni e la meravigliosa piscina. Ecco, venire a Poggio Casciano significa veramente capire, anzi beneficiare, di quanto sotteso nello slogan Vivere di Gusto.   

  • Parlando, invece, di occupazione nel settore del vino: quali sono ad ora le figure professionali più richieste, e quali gli ambiti formativi da valorizzare maggiormente?

Non posso dire che ci sia una figura professionale più richiesta di un’altra, ma piuttosto delle necessità alle quali di volta in volta dobbiamo rispondere. Il nostro settore prevede molte figure specialistiche: enologi, chimici, agronomi, cantinieri, viticoltori. A queste aggiungerei anche gli addetti al marketing ed alle vendite che sicuramente devono avere un background nel settore. Oltre a queste figure, talvolta non semplici da reperire sul mercato, l’azienda ha poi tutta la struttura di Finance, Operations, Risorse Umane i cui membri possono arrivare anche da settori totalmente diversi.

Anche nel 2020 l’azienda è cresciuta e sono entrati in Ruffino sia operai agricoli che amministrativi, specialisti di marketing o di vendita.

Al di là degli skill tecnici, che sono sicuramente importanti, credo però che si debba sempre più concentrarci anche sugli skill comportamentali. Problem solving, team building, leadership, sono ormai elementi chiave per accedere ad alcune posizioni.

  • In questi anni sono stati molti gli studenti SSATI che hanno intrapreso percorsi di stage a Ruffino, ed alcuni di questi sono stati anche assunti. In qualità di HR Director, ritiene che questa mission della Scuola di creare competenze ed occupazione sia stata e sia tuttora rispettata?

Assolutamente sì! Nel corso di questi anni, grazie alla crescita del business, tanti studenti hanno avuto la possibilità di avere un contratto di lavoro con Ruffino, alcuni magari solo per qualche mese, altri invece a tempo indeterminato. Oggi abbiamo tra i nostri quasi 300 dipendenti 13 ex studenti e li troviamo un po’ ovunque in azienda: Amministrazione, Ufficio Acquisti, Pianificazione, Spedizione, Gestione Ordini, Vendite. Direi che siamo la prova provata che la Scuola di Scienze Aziendali e Tecnologia Industriali riesce davvero a formare dei giovani con i giusti skill, pronti ad entrare nel mondo del lavoro. Anche in un’azienda vinicola!

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